Perderemo 58 ore di sonno l'anno a causa del clima

 


Le temperature sempre più elevate innescate dai cambiamenti climatici ci toglieranno fino a 58 ore di sonno all'anno entro il 2099, con tutte le conseguenze sulla salute che comporta il dormire meno di quanto raccomandato dagli esperti (7-8 ore a notte per gli adulti). Già oggi perdiamo in media 44 ore di sonno a causa degli effetti del riscaldamento globale, ma se non faremo nulla per contenere le emissioni di CO2 e altri gas a effetto serra – il volano che fa schizzare alle stelle la colonnina di mercurio – il computo di ore perdute sarà ancor più pesante entro la fine del secolo. A soffrirne di più saranno le donne, gli anziani e le persone che vivono nei Paesi a basso reddito. A determinare che i cambiamenti climatici ci strapperanno fino a 58 ore di sonno all'anno entro il 2099 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati danesi dell'Università di Copenaghen, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Matematica Applicata e Informatica dell'Università Tecnica della Danimarca e del Center for Humans and Machines del Max Planck Institute for Human Development di Berlino (Germania). Gli scienziati, coordinati dal professor Kelton Minor, ricercatore presso il Copenhagen Center for Social Data Science dell'ateneo danese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver incrociato i dati di milioni di misurazioni del sonno – attraverso appositi braccialetti – con i dati meteorologici raccolti da 68 Paesi. Sono stati coinvolti nello studio circa 50mila adulti, seguiti per un periodo di follow-up di 6 mesi. Il professor Minor e i colleghi hanno osservato che le alte temperature tendono a ritardare il momento in cui andiamo a riposare, aumentando il rischio di dormire meno di quanto raccomandato. 

Molteplici studi hanno dimostrato che il sonno scarso ha un impatto significativo sulla qualità della vita e sui problemi di salute, aumentando le probabilità di malattie cardiovascolari, depressione, rabbia, ridotta produttività a scuola e nel lavoro, sistema immunitario meno efficiente, prestazioni cognitive ridotte e persino incremento di pensieri suicidari. Una recente ricerca condotta da scienziati dell'Università Politecnica delle Marche e dell'Università del Wisconsin ha rilevato che dormire poco attiva un meccanismo biologico che porta ad accelerare i processi neurodegenerativi, con il cervello che letteralmente tende a “autoconsumarsi”; ciò aumenta anche il rischio di Alzheimer. Insomma, la carenza di sonno fa molto male e i cambiamenti climatici peggioreranno inevitabilmente la situazione. Gli scienziati spiegano che l'effetto della temperatura sulla perdita di sonno è sensibilmente superiore per le persone che vivono nei Paesi con redditi bassi, negli anziani e nelle donne. 

Quando le temperature minime notturne superano i 25°C le probabilità di dormire poco aumentano del 3,5 percento, mentre basta una notte a 30° C per perdere un quarto d'ora di sonno. Possono sembrare effetti limitati, ma nel corso dell'anno si traducono in intere notti perdute. I modelli predittivi usati dagli scienziati indicano che entro il 2099 perderemo dalle 50 alle 58 ore all'anno, senza un intervento netto e deciso sul taglio delle emissioni. Tutti noi avremo almeno due settimane di sonno insufficiente. L'effetto sarà particolarmente forte soprattutto dove già si vive in climi caldi, dato che l'organismo non riesce ad adattarsi alle temperature “roventi”. I dettagli della ricerca “Rising temperatures erode human sleep globally” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica One Earth.
Share on Google Plus

About Rexblogger

    Blogger Comment
    Facebook Comment

0 commenti:

Posta un commento