Creme solari: queste sostanze chimiche pericolose possono restare nel sangue anche per 24 ore

Creme solari, anche se utilizzate sulla pelle, in sole 24 ore le sostanze in esse contenute finiscono nel sangue, con effetti non sempre salutari. Si tratta di avobenzone, oxybenzone, ecamsule e octocrylene. A dirlo è un nuovo studio della Food and Drug Administration degli Stati Uniti.
Continuano le indagini della FDA sui filtri solari e i loro effetti sulla salute. Proprio di recente, con la pubblicazione delle nuove linee guida essa aveva messo in guardia sulla presenza di ingredienti potenzialmente pericolosi nelle creme che utilizziamo, ben 14 su 16 di uso comune. Adesso, il nuovo studio ha rilevato che la concentrazione nel sangue di 4 ingredienti continuava ad aumentare man mano che l'uso quotidiano persisteva. Inoltre, tali sostanze rimanevano nel corpo almeno 24 ore dopo l'utilizzo. Proprio così. Solo un giorno di utilizzo è sufficiente a far sì che diversi ingredienti comuni dei prodotti per la protezione solare entrino nel flusso sanguigno a livelli così alti da far avviare un'indagine sulla sicurezza da parte della FDA. Essi fanno parte di una lista di ingredienti già posti sotto la lente di ingrandimento da parte delle autorità americane, sui quali sono in corso altre indagini.





Il nuovo studio pilota però ha valutato l'assorbimento sistemico, ossia attraverso la pelle e il corpo, di quattro ingredienti attivi presenti comunemente nelle creme solari, applicate in condizioni di utilizzo massimo.: avobenzone, oxybenzone, ecamsule octocrylene. Lo studio ha coinvolto 24 volontari sani a cui sono stati assegnati in modo casuale una crema solare spray o una lozione che conteneva uno dei quattro ingredienti. Ai volontari è stato chiesto di mettere la protezione solare assegnata sul 75% del corpo 4 volte al giorno per 4 giorni. Sono stati prelevati da ciascun volontario 30 campioni di sangue per una settimana. Delle sei persone che aveano applicato la crema con ecamsule, 5 avevano livelli nel sangue considerati statisticamente significativi alla fine del primo giorno. Per gli altri tre prodotti chimici, in particolare l'ossibenzone, tutti i volontari hanno mostrato livelli significativi dopo il primo giorno. Tra l'altro, l'ossibenzone è nemico degli animali marine e in particolare dei coralli, per questo le Hawaii lo hanno messo al bando. Poiché i filtri solari sono formulati per lavorare sulla superficie della pelle, da una parte c'è chi sostiene che essi non sono assorbiti in quantità apprezzabili ma il nuovo studio pilota ha cercato di scoprirlo davvero.

E i risultati hanno confermato i sospetti; tutti e quattro gli ingredienti attivi testati sono stati assorbiti in profondità e sono stati rilevati nel sangue fino a 24 ore dall'utilizzo. "I tassi di incidenza del cancro della pelle continuano ad aumentare, rendendo il rischio di eccesso di esposizione al sole un'importante priorità di salute pubblica Eppure, nonostante ciò che sappiamo sulla prevenzione, il cancro della pelle rimane quello più comunemente diagnosticato negli Stati Uniti" spiega la FDA. "Poiché i filtri solari vengono ora utilizzati con maggiore frequenza, in quantità maggiori e da popolazioni più ampie, è più importante che mai assicurarsi che essi siano sicuri ed efficaci per l'uso quotidiano e per tutta la vita". Il fatto che un ingrediente venga assorbito attraverso la pelle e nel corpo non significa che esso sia sicuro.

https://www.greenme.it/consumare/cosmesi/31529-creme-solari-sostanze-cancerogene




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