In Italia, come spiegato
dall'oncologo ed endocrinologo professor Ruggero Ridolfi, intervenuto al convegno nazionale “Curare è prendersi cura. Impatto
ambientale e rischio sanitario” promosso dall'AIL (Associazione italiana contro le leucemie i linfomi e il mieloma), il rischio di
incidenza dei tumori nei giovani è raddoppiato in appena 15 anni. Inoltre nella fascia di età tra i 15 e i 39 anni i casi di cancro
sono passati da 10.000 a 20.000 tra il 1995 e il 2019.
A livello globale, secondo un recente studio condotto dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC)
pubblicato su CA: A Cancer Journal for Clinicians, nel 2022 sono state registrate 20 milioni di nuove diagnosi di cancro,
con 9,7 milioni di morti. Il dato più inquietante, tuttavia, riguarda le stime per i prossimi anni. Per il 2050, infatti, si prevede
che i nuovi casi registrati saranno più di 35.000, determinando un aumento di circa l'80 percento rispetto a quanto rilevato
due anni fa. Le ragioni di questo incremento così significativo sono molteplici, fra le quali spiccano il costante invecchiamento
della popolazione e l'esposizione alle sostanze cancerogene, che continua a crescere parallelamente allo sviluppo socioeconomico.
Tra gli elementi chiave figura l'inquinamento atmosferico, che nel convegno dell'AIL tenutosi a Roma il 18 ottobre 2024 è stato
definito “un fattore di rischio ambientale di primaria importanza”.
Ad oggi, secondo l'elenco stilato dalla IARC, costantemente aggiornato sulla base dei risultati della ricerca scientifica, ci sono
esattamente 129 sostanze considerate sicuramente cancerogene per l'essere umano, incluse nel Gruppo 1. Fra esse figurano fumo, amianto,
alcol, carni lavorate, radon e altri elementi radioattivi, benzene, formaldeide, polveri sottili legate allo smog, emissioni dei motori
diesel, metalli pesanti e molte altre. Nel Gruppo 2A si trovano 96 sostanze ritenute probabilmente cancerogene per l'uomo e nel Gruppo 2B altre 321 classificate come possibilmente cancerogene. Sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), glisofato, carne rossa, fumi di saldatura, piombo, radiazioni ultraviolette, caffeina, estratto di aloe vera, stirene, gas di scarico dei motori a benzina e moltissime altre fanno parte di questi due gruppi. Recentemente la IARC ha classificato ufficialmente come "probabilmente cancerogena" anche la polvere di talco, un prodotto finito al centro di aspri dibattiti e cause legali per moltissimi anni. Altri 500 agenti del Gruppo 3 sono ritenuti "non classificabili" per la cancerogenicità nell'uomo.
Alla luce di questi dati è evidente che siamo costantemente esposti a sostanze che possono provocare il cancro oppure che potrebbero farci ammalare. Fra esse se ne trovano alcune che potremmo erroneamente ritenere innocue o comunque non così pericolose per la nostra salute.
Durante il suo intervento al convegno dell'AIL, il medico ed epidemiologo Franco Berrino ha sottolineato che “siamo circondati da una grande quantità di veleni”, pertanto è necessario difendersi attraverso scelte consapevoli, anche a tavola. Il suggerimento dello scienziato riportato dall'ANSA è quello di puntare su cibo biologico, alimenti freschi e non lavorati. Del resto, secondo un recente studio pubblicato sull'autorevole rivista scientifica The British Medical Journal (BMJ), ben 32 parametri della nostra salute sono influenzati negativamente dal consumo dei cibi ultraprocessati, associati al rischio di morte prematura, malattie metaboliche, malattie cardiovascolari, cancro e molto altro ancora. Il dottor Berrino sottolinea inoltre l'importanza di difenderci dagli interferenti endocrini come il famigerato bisfenolo A e gli ftalati, vietati in alcuni prodotti ma presenti in molti altri di uso comune. Sono "sostanze che interferiscono con gli ormoni e alterano il nostro sistema riproduttivo, sono una causa di impotenza e sterilità" ha chiosato il professor Berrino.
Tra gli altri consigli citati dall'esperto per ridurre i rischi vi sono quello di non mettere mai il cibo caldo nei contenitori di plastica; cambiare le padelle antiaderenti in teflon quando si graffiano; scegliere la carta da forno senza bisfenolo A; e prediligere legumi e altri prodotti in contenitori di vetro, perché e lattine "sono rivestite da una pellicola impermeabilizzante che contiene pfas".
Nelle varie sessioni del Convegno Nazionale promosso dall'AIL sono intervenuti diversi altri esperti di varie discipline che hanno approfondito il rapporto tra l'esposizione ai fattori ambientali e il rischio sanitario, in particolar modo oncologico, al fine di promuovere iniziative a sostegno della salute pubblica.
“Il convegno AIL si è posto come spazio di confronto per presentare studi e ricerche che convalidano le correlazioni tra inquinamento e salute al fine di cercare di individuare i fattori di prevenzione che possano ridurre significativamente l’insorgenza tumorale per un miglioramento della salute individuale e sociale, incoraggiando politiche e strategie per la tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo nel rispetto del dettato dell’art. 32 della Costituzione italiana”, si legge nel comunicato del convegno. Anche le scelte personali sullo stile di vita – in particolar modo alimentazione e attività fisica – sono considerate molto preziose per ridurre il rischio di molti tumori.
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