La novità su cui vi vogliamo far riflettere è un’altra: il successo dell’apertura del primo esercizio è stato così grande che ha condotto all’inaugurazione di un secondo punto vendita sempre nella capitale danese.
La questione della data di scadenza è stata diverse volte affrontata e dibattuta.
Alcuni sostengono che la data riportata sulla confezione non abbia assolutamente nulla a che vedere con la reale integrità del prodotto, la cui durata si estenderebbe ben oltre la dicitura scritta. Ovviamente si tratta di giudicare con i propri sensi se è il caso di mangiare o meno un prodotto scaduto. Il Project leader della catena ha affermato: “Dobbiamo guardare con gli occhi, dobbiamo odorare, dobbiamo sentire il cibo e valutare la sua commestibilità”.
La merce venduta nel punto vendita viene offerta dagli altri supermercati e dai produttori locali che si ritrovano con del sopravanzo.
I clienti del “WeFood” possono risparmiare anche del 50%.
Ideatori del progetto sono stati i volontari della DanChurchAid che hanno preso coscienza della paradossale duplice realtà della povertà da una parte e dell’abbondanza dall’altra. Un mondo giusto è un mondo in cui le differenze vengono livellate il più possibile, ognuno agendo nelle proprie possibilità. Così i prodotti scaduti, ma ancora commestibili e sicuri per la salute, sono rimessi in vendita: gli acquirenti non raggiungono il negozio solo per risparmiare. Molti danesi comprano nel “WeFood” semplicemente perché non accettano l’idea che quel cibo vada sprecato.
La catena ha stroncato lo spreco di alimenti, almeno nella capitale. Con l’apertura del secondo punto vendita Copenhagen potrà dare l’esempio a tutto il resto dell’Europa.
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