La vera emergenza del pianeta è in Antartide, e sta succedendo adesso

Sebbene le conseguenze catastrofiche dei cambiamenti climatici siano state mediaticamente offuscate dalle recenti crisi, ovvero la pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina, ciò non significa affatto che il riscaldamento globale abbia smesso di "mordere".

Credit: Karsten Haustein

Tutt'altro. I dati che provengono dall'Antartide, uno dei luoghi più colpiti in assoluto dalle temperature anomale assieme al Polo Nord, sono infatti estremamente preoccupanti. Nell'area orientale del continente ghiacciato la colonnina di mercurio sembra letteralmente impazzita: basti pensare che in questi giorni le temperature risultano essere tra i 20 e i 30° C più elevate rispetto alla norma per questo periodo dell'anno. Le più elevate in assoluto si stanno registrando lungo le coste, con una serie di record negativi che sanno crollando uno dopo l'altro. A lanciare l'allarme su questa situazione drammatica il climatologo francese Gaétan Heymes, esperto di ingegneria previsionale e nivologia del Servizio meteorologico e climatico nazionale (Meteo France). 

Lo scienziato, in un cinguettio su Twitter, ha condiviso una mappa del progetto Global and Regional Climate Anomalies – NCEP Global Forecast System and Reanalysis gestito dalla collega tedesca Karsten Haustein. Nell'immagine appare evidente quanto le temperature lungo tutta la costa del Polo Sud risultino letteralmente infuocate. Con anomalie di 20 – 30° C superiori rispetto alla media la fusione del ghiaccio è accelerata in modo significativo e con essa il rischio principale, ovvero l'innalzamento del livello del mare. Una delle minacce maggiori è legata al potenziale scioglimento del ghiacciaio Thwaites, un colosso chiamato dagli scienziati "ghiacciaio del giorno del giudizio" o "dell'Apocalisse" (Doomsday Glacier), per il semplice fatto che se dovesse sciogliersi completamente il livello del mare si alzerebbe di ben 3 metri. Ciò sarebbe sufficiente per sommergere intere regioni costiere, isole oceaniche (soprattutto nel Pacifico) e grandi metropoli affacciate sull'acqua. In base agli ultimi studi si stima che potrebbe addirittura sparire nel giro di pochi decenni. La piattaforma ghiacciata, del resto, si ritira di ben 800 metri ogni anno perdendo circa 250 miliardi di tonnellate di massa; negli anni '70 del secolo scorso erano “appena” 40. Non c'è da stupirsi che il solo scioglimento del Thwaites e del vicino ghiacciaio di Pine Island – anch'esso in condizioni drammatiche – siano assieme responsabili di oltre il 5 percento dell'innalzamento del livello del mare. Anche l'estensione del ghiaccio marino è estremamente preoccupante. 



In base all'ultimo bollettino della missione Copernicus è stato rilevato che, a febbraio del 2022, la superficie coperta dal ghiaccio marino risultava del 27 percento inferiore rispetto alla media registrata tra il 1991 e il 2020 dello stesso mese. Il dato è il secondo più basso mai registrato negli ultimi 44 anni, “con ampie aree di concentrazione di ghiaccio marino al di sotto della media nei mari di Ross, Amundsen occidentale e Weddell settentrionale”, si legge nel comunicato stampa del progetto di ricerca. Quando il ghiaccio marino si riduce si innesca anche un circolo vizioso, poiché l'acqua marina libera assorbe molo più calore rispetto al candido ghiaccio, che riflette i raggi solari (albedo). Anche l'invasione dei turisti, sempre più numerosi, determina significative riduzioni del manto nevoso dell'Antartide; si stima una perdita di ben 83 tonnellate per ogni persona in visita, secondo un nuovo studio dell'Università di Santiago del Cile. Non c'è da stupirsi che l'Antartide risulti sempre più verde per via delle esplosioni delle fioriture, agevolate dalle temperature più miti e dalla riduzione del ghiaccio, come evidenziato da una recente ricerca italiana. 



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