ALCUNI BUONI MOTIVI PER STARE ALLA LARGA DA MCDONALD’S
Un nuovo studio internazionale pubblicato sulla rivista Thorax, oggi, rincara la dose: assumere in modo continuativo (cioè più di tre volte a settimana) cibi da fast food aumenta significativamente in bambini e adolescenti il rischio di asma, rinocongiuntiviti ed eczemi.
Il lavoro, condotto da un’équipe internazionale di scienziati provenienti da università e ospedali di tutto il mondo, rappresenta la terza fase dell’ International Study of Asthma and Allergies in Childhood (Isaac), un programma di ricerca epidemiologica iniziato nel 1991 per studiare asma, riniti ed eczemi nei minori, collegando queste patologie agli stili di vita nelle nazioni occidentali e sviluppate.
Uno di questi è, per l’appunto, l’alimentazione nei fast food. Lo studio è durato, in tutto, 12 mesi: gli scienziati hanno sottoposto ad adolescenti (12-13 anni) e a genitori di bambini (6-7 anni) un questionario valutativo sui sintomi di asma, rinocongiuntiviti ed eczemi e sulle loro abitudini alimentari.
I risultati hanno confermato che un’alimentazione sana, che preveda l’assunzione di frutta e verdura per più di tre volte a settimana, aiuta a ridurre il rischio di asma; al contrario, i ghiotti di panini e patatine fritte sortiscono l’effetto opposto, tendendo ad ammalarsi fino a tre volte di più.
“Poiché l’associazione tra cattiva alimentazione e patologie è fortemente causale, le istituzioni dovrebbero iniziare a tenerne conto per salvaguardare la salute pubblica”, concludono gli autori del lavoro. “Anche tenendo conto del consumo crescente, a livello mondiale, di questa tipologia di cibi”.
?Sfrutta il desiderio dei bambini
MCDONALD’S è una delle 10 multinazionali più pericolose al mondo. Ogni anno spende oltre 1,8 miliardi di dollari in tutto il mondo in pubblicità e promozioni provando così a costruirsi l’immagine di una corporation “verde” e “attenta alla natura”, e che è anche un posto divertente dove mangiare. I bambini vengono attirati dentro (trascinandosi i genitori dietro di loro, il vero target della pubblicità) con la promessa di giocattoli e altri gadgets.
Ma dietro il sorriso sulla faccia di Ronald McDonald (il clown testimonial della McDonald’s) si nasconde l’amara verità: l’unico interesse di McDonald’s è il denaro, trarre profitto da chiunque e dovunque si riesca a farlo, così come tutte le compagnie multinazionali.
Il Rapporto Annuale di McDonald’s parla di “Dominazione Globale” – aspirano ad aprire negozi su negozi, sempre di più, in ogni angolo del mondo – ma la loro espansione su tutto il globo significa più uniformità, minore scelta e l’indebolimento delle comunità e delle culture locali.
?Reclamizza cibo non salutare
McDonald’s reclamizza il proprio cibo come “nutriente”, ma la verità è che si tratta di cibo-porcheria, ricco di grassi, zuccheri e sale, e povero di fibre e vitamine.
Un’alimentazione di questo tipo è legata ad un maggiore rischio di malattie del cuore, cancro, diabete ed altre malattie. Il loro cibo contiene anche molti additivi chimici, alcuni dei quali possono causare stati febbrili, ed iperattività nei bambini.
Senza dimenticare che la carne è la causa maggiore di tutti gli avvelenamenti da cibo. Nel 1991 McDonald’s è stato responsabile di una serie di avvelenamenti da cibo in Gran Bretagna, per i quali la gente colpita soffrì di gravi insufficienze renali.
Con i moderni metodi di allevamento intensivo, altre malattie – legate ai residui chimici o a pratiche non naturali – sono diventati un pericolo per tutti (come ad esempio la BSE, il cosiddetto morbo della “mucca pazza”). E poi, visto che abitiamo nel paese della “dieta mediterranea”, non è meglio un bel trancio di “pizza” che un disgustoso panino sintetico?
?Lavorare in McDonald’s
Nelle ultime settimane, la multinazionale dei fast food è impegnata in una campagna mediatica sul lavoro. Il tam-tam pubblicitario di McDonald’s, multinazionale del fast food, non è passato inosservato.
A tutti sarà capitato di vedere gli spot in televisione in cui si dipinge l’azienda come una realtà che ha a cuore il lavoro, offre occupazione stabile, favorisce una rapida carriera.
Negli spot si promettono tremila assunzioni e una carriera veloce. Il tutto condito con il riferimento sensazionale all’articolo 1 della Costituzione italiana. E, come in ogni campagna mediatica che si rispetti, c’è anche la promessa finale: tremila nuove assunzioni.
Un messaggio che ha fatto balzare sulla sedia i sindacalisti italiani, e non solo. A prendere la parola, infatti, è stata anche la Filcams Cgil: secondo la categoria del commercio del sindacato la realtà dipinta nella pubblicità è ben diversa da quella che si vive quotidianamente.
Innanzitutto, osserva la Filcams, “McDonald’s è una di quelle rare multinazionali del comparto della ristorazione commerciale/veloce, se non l’unica, ad essersi sistematicamente sottratta al confronto in ordine alla condivisione di un contratto integrativo aziendale”.
Non solo: le relazioni sindacali, sia nazionali che territoriali, sono praticamente inesistenti e lo testimonia, tra le altre cose, la procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda qualche mese fa a Milano, che ha coinvolto un centinaio di lavoratori con più anzianità.
Anche sulla qualità occupazionale il sindacato ha da ridire: “l’80% dei lavoratori, non certo per scelta, ha un contratto a tempo parziale di poche ore settimanali, con il sistematico obbligo di prestare servizio in orario notturno e domenicale/festivo”.
Inoltre McDonald’s omette di specificare l’alto indice di precarietà, le inevitabili implicazioni di carattere reddituale e l’impossibilità di avere il tempo necessario per la cura dei propri affetti e della propria salute psicofisica.
I lavoratori dell’industria del fast food hanno paghe molto basse. Inoltre, la pressione per realizzare sempre maggiori profitti fa si che siano assunti meno addetti di quelli necessari cosicchè quelli che ci sono devono lavorare sempre più velocemente e sempre più duramente. Come conseguenza, gli incidenti (particolarmente le ustioni) sono molto comuni.
La maggior parte di chi lavora in McDonald’s sono persone che hanno poche possibilità di trovare lavoro e sono costretti ad accettare questo tipo di sfruttamento, per di più sono anche obbligati a “sorridere”! Non è quindi una sorpresa che il ricambio del personale da McDonald’s sia molto alto, questo fa si che sia virtualmente impossibile sindacalizzarsi e lottare per migliori condizioni di lavoro.
Grandi aree di terra nei paesi poveri vengono deforestate per vendere il legno o per dare spazio agli allevamenti di bestiame o per coltivare i foraggi per nutrire gli animali che verranno mangiati nell’Occidente.
Tutto questo viene fatto a danno delle risorse alimentari di questi paesi, tenuti in ostaggio tramite il debito dalla Banca Mondiale e dalle multinazionali.
McDonald’s pubblicizza e impone continuamente prodotti a base di carne (manzo, pollo etc.), spingendo la gente a mangiare carne troppo spesso, questo fa si che vengano distrutte enormi risorse per l’alimentazione mondiale.
L’utilizzo di 7 milioni di tonnellate di cereali, per nutrire gli animali da macello, produrranno solo 1 milione di tonnellate di carne e derivati. Con una alimentazione basata sui vegetali e con razionale utilizzo delle terre, ogni regione potrebbe essere autosufficiente per l’alimentazione.
Le foreste di tutto il mondo – vitali per tutte le specie di vita – vengono distrutte ad un ritmo spaventoso dalle multinazionali. McDonald’s alla fine è stata costretto ad ammettere di usare bovini allevati su terre dove erano state disboscate foreste pluviali, compromettendo la loro rigenerazione.
Inoltre, l’utilizzo di allevamenti da parte delle multinazionali spinge gli abitanti di quelle zone ad andarsene in altre aree e a tagliare ulteriori alberi.
McDonald’s è il più grande consumatore mondiale di carne bovina. Il metano emesso dagli allevamenti bovini per l’industria della carne è una delle maggiori cause del problema del “riscaldamento globale”.
Inoltre, per vendere i suoi prodotti, ogni anno McDonald’s utilizza centinaia di tonnellate di inutili confezioni di vari tipi, molte delle quali finiscono come sporcizia per strada o inquinano la terra.
Il menù delle catene di rivenditori di hamburger si basa sulla tortura e l’uccisione di milioni di animali. La maggior parte di questi proviene da allevamenti intensivi, senza possibilità mai di andare all’aria aperta e al sole, e senza libertà di movimento.
Le loro morti sono barbare: la macellazione senza agonia è solo un mito. Noi abbiamo la possibilità di sceglier se mangiare o meno carne, ma i miliardi di animali uccisi ogni anno per l’industria del cibo e degli hamburger non hanno alcun tipo di scelta.
Le critiche a McDonald’s sono arrivate da un gran numero di persone e di organizzazioni su diverse problematiche.
A metà degli anni ottanta, London Greenpeace mise insieme molte di queste questioni e convocò una Giornata Mondiale di Azione contro McDonald’s. Questa si tiene il 16 ottobre di ogni anno con picchettaggi e dimostrazioni che si tengono in tutto il mondo.
McDonald’s, il quale spende una fortuna ogni anno in pubblicità, ha provato a zittire le critiche che arrivavano da tutto il mondo iniziando delle azioni legali contro chi protesta. Molti sono stati costretti a fare retromarcia perchè non avevano i soldi per sostenere una causa legale di questo tipo.
Tra questi, Helen Steel e Dave Morris, due militanti di London Greenpeace che hanno sostenuto uno dei più lunghi processi per calunnia mai svoltosi in Gran Bretagna. Non essendo disponibile la difesa d’ufficio, i due militanti decisero di difendersi da soli. McDonald’s, messa alle corde, rifiutò di rivelare una grande quantità di documenti. Ai due ecologisti imputati, invece, fu stato negato il diritto ad avere una giuria.
A dispetto di tutte le carte accumulate contro di loro, Helen e Dave hanno rovesciato il tavolo esponendo la verità e portando al processo lo sporco business di McDonald’s. Intanto continuano a crescere le proteste contro questa corporation da 30 miliardi di dollari di fatturato ogni anno. E’ importantissimo ribellarsi contro ogni intimidazione e difendere la libertà di opinione e di parola.
via NincoNanco
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