Il fumo dei devastanti incendi in Siberia arriva al Polo Nord per la prima volta nella storia

 


Nel giorno in cui un nuovo rapporto dell'ONU indica chiaramente che il riscaldamento globale è responsabilità dell'uomo e che resta pochissimo tempo per scongiurare la catastrofe climatica, arriva un'altra notizia drammatica che dimostra per l'ennesima volta quanto grave e distruttivo è l'impatto della nostra specie sulla Terra.
Per la prima volta nella storia, infatti, il fumo dei devastanti incendi che da settimane stanno divorando la Siberia ha raggiunto il Polo Nord, aumentando il carico di sostanze inquinanti in quello che, fino all'invenzione del motore a vapore, era un continente praticamente sconosciuto e incontaminato.


Ad annunciare il nuovo record negativo è stata la NASA, la cui documentazione è stata successivamente confermata dall'Istituto di monitoraggio meteorologico russo “Rosgidromet”. Grazie allo strumento Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) installato a bordo del satellite Aqua dell'agenzia aerospaziale americana, in quattro passaggi del 6 agosto sopra la Siberia è stata ottenuta un'immagine che mostra una situazione sconcertante. La coltre di fumo – che rende praticamente invisibile il suolo – si estende per oltre 3.200 chilometri da Est a Ovest e per 4.000 chilometri da Sud a Nord, ma è solo una piccola parte di quella generata dagli incendi che stanno divorando il territorio siberiano. Dall'immagine si nota che il fumo sprigionato dalla regione della Jacutia, la più grande e fredda della Russia, ha percorso oltre 3.000 chilometri raggiungendo per la prima volta il Polo Nord. Come specificato dalla NASA, sembra essere la prima registrazione storica di un simile evento. La parte più colpita dagli incendi della Repubblica di Sakha (o Jacutia) è quella coperta dalla foresta boreale o taiga, la più immensa e settentrionale distesa di alberi, che si affaccia sul confine del mondo di ghiaccio.

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