Padova applica una duplice procedura su doppio e diverso
organo, mettendo in campo l’alta temperatura per trattare le metastasi al fegato
e al polmone.
Si chiama ablazione termica a microonde.
Viene usato il
calore per distruggere le cellule tumorali, tecnica applicata nella cura delle
neoplasie del fegato e da qualche tempo validata anche su altri organi, come
per esempio il polmone e il rene. L’intervento di Padova, è stato effettuato in
2 organi diversi: fegato e polmone in contemporanea nella stessa seduta.
La tecnica di termoablazione con microonde, totalmente mininvasiva, è stata eseguita per via percutanea, arrivando direttamente all’organo malato in modo rapido, grazie alla guida dell’imaging strumentale che ha permesso di mirare e centrare il bersaglio con precisione attraverso la cute con l’inserimento di un semplice ago.
Il Dott. Giulio Barbiero e il Dott. Michele Battistel,
Radiologi Interventisti dell’Istituto di Radiologia diretto dal Prof. Emilio
Quaia, hanno dimostrato ancora una volta di delineare una possibilità di cura
totalmente meno invasiva rispetto alle metodiche standard. La Radiologia
Interventistica che ha sviluppato ad oggi tecniche sempre meno invasive, si sta
dimostrando un nuovo pilastro nelle cure del tumore, allineandosi a fianco di
chirurgia, radioterapia, chemioterapia.
Il Prof. Emilio Quaia Direttore
dell’Istituto di Radiologia dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova con i
giovani radiologi che sono stati gli attori principali del prestigioso
intervento, hanno scelto per la terapia questa strada innovativa: “La procedura
di termoablazione combinata, ha permesso di trattare la paziente con una
semplice seduta interventistica, effettuata con successo su due organi
differenti, in susseguenza e con un ricovero di soli due giorni e senza alcuna
complicanza”.
Ha collaborato col team interventistico l’equipe di anestesisti, personale
tecnico, infermieristico e sanitario.
La paziente aveva metastasi al fegato di circa 4 cm e metastasi
al polmone di circa 1 cm originate da un tumore al colon, curato.
Dopo aver somministrato l’anestesia locale, attraverso
guida ecografica si è potuto individuare perfettamente il bersaglio,
centrandolo con l’ago da termoablazione di diametro di 1.5 mm, lungo circa 20
cm che ha provocato un campo sferico riscaldando le cellule tumorali,
portandole a distruzione in necrosi coagulativa.
A questo punto, la collaborazione vigile della paziente col suo normale respiro, ha permesso ai clinici, sotto guida tomografica con imaging, di centrare perfettamente il nodulo polmonare.
Dopo minima sedazione, perché la paziente non sentisse
dolore, i Radiologi Interventisti hanno effettuato lo stesso procedimento della
Fase 1, con termoablazione della metastasi polmonare.
Il trattamento delle due fasi, durato complessivamente
circa 1 ora e mezza, si è concluso con un controllo TAC con mezzo di contrasto che
ha constatato la devitalizzazione delle metastasi in entrambi gli organi. Nel
tempo verranno naturalmente sostituite da tessuto cicatriziale.
La paziente ha tollerato bene la duplice procedura senza
complicanze. Si sono potuti necrotizzare i noduli metastatici di circa 4 cm nel
fegato e di circa 1 cm nel polmone che normalmente sarebbero stati invece
affrontati con la chemio o con la radioterapia, cure comunque molto più pesanti
e difficili da sopportare per la paziente di 84 anni, già provata dalla
malattia e dal primo ciclo di chemioterapia.
In 48 ore è stata dimessa dal ricovero
presso la Clinica Chirurgica 1^ diretta dal Prof. Salvatore Pucciarelli. La
seduta interventistica è avvenuta all’inizio di questo mese.
Ad oggi, poche volte, in Italia e in Veneto, è stato effettuato questo tipo di intervento in contemporanea e su due diversi organi: fegato e polmone.
È questa l’ultima evoluzione della termoablazione: l’impiego delle microonde. Le microonde sono in grado di “bruciare” masse tumorali solide di diversi tipi, dimensioni e localizzazione: una sottilissima antenna alloggiata all’interno di un ago introduttore viene inserita nel paziente, generalmente sotto guida TAC o ecografica; l’antenna irradia nel tessuto-bersaglio l’energia fornita da uno speciale generatore di microonde, in grado di monitorare costantemente l’avanzamento del trattamento. Il campo a microonde sviluppa calore agendo sulle cariche elettriche presenti al livello atomico nei tessuti e l’innalzamento locale della temperatura porta alla distruzione della massa tumorale per coagulazione. Questa metodica è ben tollerabile con bassi rischi e minima traumaticità per il paziente.
Diverse sono inoltre le vie di applicazione della termoablazione a microonde.
L’appropriatezza terapeutica sta nel capire il paziente
più idoneo e il momento più giusto per la procedura.
Queste nuove metodiche dimostrano come sia sempre più
necessario considerare il paziente al centro e decidere la via più consona per
la sua salute.
Dimostrano inoltre vantaggi in termini di invasività,
degenza e costi per il sistema sanitario a dimostrazione che le strade da
percorrere nella lotta contro il tumore si integrano.
I benefici di questa procedura diretta al paziente
emergono per la poca invasività dell’intervento, meno doloroso, rapido, ripetibile
in caso di recidive, che riduce i giorni di degenza e il periodo di malattia
con diminuzione di costi diretti e indiretti anche a vantaggio del Sistema
Sanitario Nazionale.
Gli interventi realizzati a Padova in un’unica seduta su
duplice organo, si propongono di essere sostitutivi o complementari alla
chirurgia tradizionale e ai trattamenti medici in base alle lesioni tumorali. Si
presentano quale valida alternativa proprio grazie alla tecnica mininvasiva
adottata e mostrano un chiaro vantaggio per l’offerta terapeutica.
Le procedure di Radiologia Interventistica grazie
all’innovazione e allo sviluppo di oggi, si stanno dimostrando sempre più
idonee a un nuovo approccio col paziente, a curare la persona restituendola in
tempi sempre più brevi alla sua vita normale.
In Italia si stimano 95.000 procedure di Radiologia
Interventistica l’anno e studi europei prevedono che i ricoveri per procedure
interventistiche entro il 2020, quadruplicheranno, ciò ci fa ipotizzare che la
Radiologia Interventistica, viste le diagnosi sempre più precoci del tumore,
possa rappresentare una risposta concreta per la popolazione.
Circa un centinaio sono i centri che in Italia eseguono
questa procedura introdotta fin dagli anni Novanta.
Pochi i centri italiani che
effettuano su due organi nella stessa seduta la termoablazione a microonde.
Padova offre questa procedura su più organi in simultanea.
Questi
risultati, dimostrano nel corso del tempo, l’importanza di migliorare la
qualità delle cure fornendo soluzioni molto più semplici e gradite ai pazienti.
L’Azienda
Ospedaliera/Università di Padova diretta dal Dr. Luciano Flor, il cui obiettivo
è avere il paziente al centro, attraverso un’azione sempre più mirata e multi-disciplinare,
vuole offrire soluzioni sempre meno invasive che migliorano la qualità della
vita.
Fonte: Google News – Medicina Oggi site-tecnomedicina.it
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