Come scegliere l'acqua minerale leggendo l'etichetta

Il mercato offre una vasta gamma di acque minerali e non è sempre così semplice orientarsi verso la scelta giusta. Quindi, è giunto il momento di imparare a leggere le etichette presenti nelle bottiglie dell’acqua minerale. Le etichette assumono un ruolo importante poiché identificano ogni elemento presente nell’acqua e le sue caratteristiche.

Istruzioni su come leggere l’etichetta dell’acqua minerale

1. Il residuo fisso

Il residuo fisso a 180°C dà una stima del loro del loro contenuto in sali minerali: più questo valore è elevato, più sali sono disciolti in un litro di acqua. Nel nostro corpo – ovviamente – ci sono sali minerali come sodio, potassio, magnesio e calcio, ma se questi elementi vengono assunti in dosi eccessive o insufficienti possono essere nocivi. Il residuo fisso, che si esprime in mg/L, consente di suddividere le acque minerali secondo quattro tipologie: •minimamente mineralizzata (residuo fisso non superiore a 50 mg/ L): è un’acqua leggera e dal sapore delicato.
È povera di sodio, quindi indicata per chi soffre di ipertensione e nell’alimentazione dei neonati. Previene la calcolosi renale. •oligominerale (residuo fisso inferiore a 500 mg/ L): favorisce la diuresi, contiene poco sodio e può quindi essere indicata nei casi di ipertensione. •mediominerale (residuo fisso compreso tra 500 e 1000 mg/ L): il discreto contenuto in sali minerali la rende utile nell’alimentazione degli sportivi •ricca di sali minerali: (residuo fisso superiore a 1.000 mg/L): è un’acqua terapeutica, molto ricca di sali. È bene acquistarla solo sotto consiglio medio.
Ha un effetto diuretico inferiore, e può favorire la comparsa di calcoli renali. Inoltre, nelle etichette delle acque ricche di sali minerali è possibile trovare ulteriori scritte utili ad evidenziare le sue caratteristiche: •contenente bicarbonato: è indicata nell’ipersecrezione gastrica (acidità di stomaco) e nelle patologie renali. Il bicarbonato la rende particolarmente utile per chi pratica sport, in quanto questa sostanza è in grado di tamponare l’acido lattico. •solfata: è lievemente lassativa e quindi indicata in caso d’insufficienze digestive, spastica e sindrome del colon irritabile.
Sconsigliabili durante la crescita e nel periodo postmenopausale, perché possono interferire con l’assorbimento del calcio aumentandone l’escrezione. •clorurata: ha azione equilibratrice dell’intestino, delle vie biliari e del fegato. Ha inoltre azione lassativa e purgativa tipica delle acque salse o salso solfate. •calcica: agisce a livello dello stomaco e del fegato. E’ indicata nella crescita, in gravidanza, in menopausa e nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ ipertensione.

 IL pH



Il pH indica l’acidità dell’acqua: è una scala che va da 0 (massima acidità) a 14 (massima basicità); il punto intermedio, 7, definisce la condizione di neutralità ed è dato dall’acqua distillata ad una temperatura di 25°C. Il pH delle acque minerali naturali è generalmente compreso tra 6,5 e 8,0. 3.

Conducibilità elettrica a 20°C
Questo dato aumenta all’aumentare delle sostanze minerali disciolte. Quindi, maggiore sarà la conducibilità elettrica e maggiore sarà il contenuto minerale. La maggior parte delle acque minerali commercializzate presenta conducibilità elettrica compresa fra 100 e 700 mcS 4.

Durezza
La durezza, che si esprime in gradi francesi (°F), dà una stima della presenza di calcio e magnesio. Più questo valore è alto e più l’acqua è considerata calcarea.

Nitrati È un dato molto importante da considerare, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione di neonati e bambini. I nitrati sono sostanze presenti normalmente in concentrazioni minime e non pericolose, ma se assunti in eccesso possono ostacolare il trasporto di ossigeno nel sangue, con conseguenze pericolose soprattutto per i neonati. Per questo motivo nelle acque minerali sono previsti due differenti limiti di dosaggio: •45 mg/L nelle ordinarie acque minerali •10 mg/L in quelle destinate all’infanzia Per i bambini, si raccomanda di non superare il valore di 25 mg di nitrati per litro.

(Fonte – www.associazionedifesaconsumatori.it)

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