Slot machine, Gratta e vinci, scommesse sportive hanno tutte un elemento in comune: sono amici infedeli e traditori dell’uomo. Ecco come veniamo ingannati Quando una persona inizia a giocare d’azzardo è attratta dalla possibilità di una vincita, potenzialmente alta, in un modo così eccitante che considera meno importante il rischio di una perdita, altrettanto potenzialmente alta. Questo accade perché ahimè il gambling innesta un meccanismo psicologico che spinge l’organismo a rilasciare un neurotrasmettitore cosidetto “della felicità”: la dopamina. Per capirci, questo tipo di endorfina è lo stesso che viene rilasciato insieme all’adrenalina quando si debutta in una gara sportiva oppure si pratica uno sport estremo. La sensazione fisica che rilascia è sicuramente di benessere e ciò accade in seguito all’eccitazione per il rischio che ritroviamo come elemento comune in queste situazioni.
Il gioco d’azzardo, però, porta con sé un meccanismo ingannevole: secondo molti studi scientifici, il processo appena descritto si attiverebbe anche in caso di perdita. Infatti, questo succede perché chi ha progettato il meccanismo del gambling fa in modo di dar la sensazione ai giocatori di non aver vinto per poco, il che innesca la voglia di riprovarci fino a trasformarsi in un disturbo compulsivo. Le “macchinette mangiasoldi” Le slot machine, ideate nel 1887 dal meccanico tedesco Charles Fey, fanno il loro ingresso in Italia con un nome a dir poco veritiero: le macchinette mangiasoldi. Queste, infatti, innescano il meccanismo traditore sopra descritto con la conbinazione “due su tre”, ossia quando su una linea compaiono due figure uguali. Tale situazio nel si verifica con molta frequenza, secondo un algoritmo studiato nei minimi particolari, e il cervello la percepisce come una quasi vincita e non una certa perdita.
I numeri non parlano chiaro Gratta e vinci, #lotto e Superenalotto sfruttano la stessa dopamina in maniera accattivante.
Molti studi hanno evidenziato come nei biglietti da grattare le combinazioni dei numeri che devono essere uguali a quelli vincenti per far concretizzare la vincita, sono sempre molto vicini in sequenza a quelli fortunati. Ad esempio, 80 oppure 82 se il numero da trovare è l’81 e cosi per tutta la serie vincente. Il nostro cervello, così, viene ingannato e la sensazione piacevole di aver quasi vinto ci spinge a riprovarci. Tutto questo può portare a un vero e proprio disturbo compulsivo e degenerativo, fino a trasformarsi in una patologia degenerativa vera e propria. Alla luce di tutto questo, si evince una verità scientifica altrettanto ammaliante e persuasiva: il gioco d’azzardo è soltanto un mezzo, assolutamente interscambiabile, che l’uomo ricerca solamente per la piacevole sensazione che gli provoca e non per se stesso….e allora perché non cambiare mezzo?
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