La pandemia di COVID-19 sta avendo un impatto sanitario, sociale ed economico senza precedenti, i cui effetti si faranno sentire per anni. A minacciare la nostra salute, tuttavia, non vi è soltanto l'infezione provocata da coronavirus SARS-CoV-2, ma anche le restrizioni (necessarie) messe in atto per spezzare la catena dei contagi.
Il confinamento a casa, oltre ad aver accentuato stress, ansia, sintomi depressivi, insonnia e un generale deterioramento della salute mentale, come specificato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha anche modificato le nostre abitudini, rendendoci più sedentari, meno attivi fisicamente e più propensi a seguire diete malsane e disequilibrate, con abbuffate di cibo spazzatura e alcol. Il risultato di questo stile di vita ben peggiore lo pagheremo a carissimo prezzo, secondo un nuovo studio. Si stima infatti che lockdown e affini potrebbero determinare causare in un solo anno ben 1,7 milioni di morti e 11,7 milioni di casi di diabete di tipo 2.
A stimare questi numeri drammatici un team di ricerca della Scuola di scienze – Campus Bauru (UNESP) dell'Università Statale di San Paolo. Gli scienziati coordinati dal professor Emmanuel Gomes Ciolac e dalla dottoressa Isabela Roque Marçal, entrambi ricercatori presso l'Exercise and Chronic Disease Research Laboratory (ECDR) del Dipartimento di Educazione Fisica dell'ateneo brasiliano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un approfondito studio di revisione, nel quale hanno analizzato anche i risultati di un sondaggio online internazionale preparato da 35 istituti di ricerca sparsi per il mondo. I dati preliminari dell'indagine, basati sui primi mille volontari che hanno risposto al questionario, hanno mostrato un netto peggioramento dello stile di vita, con una riduzione del 35 percento dell'attività fisica e un aumento del 28,6 percento della sedentarietà, a sua volta associata a una dieta insalubre ricca di cibi preparati.
Un recente studio canadese ha dimostrato che c'è stato un aumento significativo della sedentarietà anche tra gli studenti universitari, che durante il lockdown hanno anche iniziato a seguire modelli alimentari meno salutari e aumentato considerevolmente il consumo di alcol.
Tenendo in considerazione i dati relativi alla pandemia in corso, gli autori dello studio hanno determinato che il 57,3 percento delle persone con età superiore ai 50 anni e il 57,7 percento di coloro che sono a rischio diabete non stavano rispettando le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS ) sull'attività fisica, che prevedono 150 minuti di esercizio aerobico moderato o 75 minuti di esercizio fisico intenso a settimana per gli adulti di età compresa tra 18 e 64 anni. Tenendo presente che a causa dell'inattività fisica sono stati registrati 33 milioni di nuovi casi di diabete di tipo 2 nel 2019 e 5,3 milioni di decessi nel 2018, gli scienziati brasiliani hanno calcolato che la sedentarietà e la vita insalubre da lockdown sarà responsabile del 9,6 percento dei nuovi casi di diabete di tipo 2 (11,1 milioni) e del 12,5 percento dei decessi (1,7 milioni), se continueremo a non rispettare le raccomandazioni sull'esercizio fisico.
Alla luce di questo concreto rischio, gli scienziati brasiliani lanciano un vero e proprio allarme, come riportato dall'Agencia FAPESP, raccomandando a chiunque sia confinato a casa per la pandemia di esercitarsi il più possibile. Tra i consigli non vi è solo quello di seguire lezioni di ginnastica online, camminare/correre in giardino per chi può o addirittura sul posto, ma anche dedicarsi a giardinaggio, gioco con i bambini e a tutte quelle attività che sollecitano il nostro fisico. Per chi è "inchiodato" a una scrivania per lo smart working, il consiglio è quello di alzarsi ogni 30 minuti e praticare qualche esercizio, prima di rimettersi al lavoro. Un cenno anche sui pasti, che dovrebbero essere il più sani possibile, con tanta frutta e verdura e senza cibi spazzatura. I dettagli della ricerca “The Urgent Need for Recommending Physical Activity for the Management of Diabetes During and Beyond COVID-19 Outbreak” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers in Endocrinology.
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