Una delle soluzioni più efficaci per sfuggire al rincaro del costo della vita in Italia – restando nella legalità – è trasferirsi in un altro Paese. Una delle mete più gettonate, soprattutto dai pensionati italiani, è il Portogallo, dove grazie a un accordo bilaterale con l’Italia del 1980, dopo sei mesi e un
giorno di residenza si può ricevere per 10 anni la pensione al lordo, senza il 37% di trattenute dello Stato italiano.
E la vita in Portogallo, oltre ad essere molto bella e rilassante, costa veramente poco. Sul Fatto quotidiano, il giornalista Paolo Zilliani ormai in pensione ha provato di persona quanto sia conveniente la vita in Portogallo seguendo tutti i passaggi previsti dalle legge, ha preso una casa in affitto, ha aperto un conto corrente, ottenendo quindi dopo sei mesi e un giorno il codice fiscale e un documento di cittadinanza, restando iscritto all’Aire, il registro degli italiani all’estero.
La scelta è caduta su Cascais, un paradiso dove re Umberto di Savoia andò in esilio nel giugno ’46. Una cittadina splendida, bagnata dall’oceano con clima sempre mite e “inondata dalla luce”.
L’impressione già nei primi mesi è stata che la vita costasse esattamente la metà rispetto all’Italia. I taxi ad esempio nel Bel Paese costano 12-13 euro per una corsa, a Cascais solo 5.
Le spiagge, per la maggior parte libere, sono accessibili a tutti: nel bagno che costa di più, che si trova sulla spiaggia Conceicao, l’ombrellone viene 150 euro a settimana in estate (600 euro per luglio e agosto). In uno dei bagni di Forte dei Marmi il costo difficilmente andrà sotto i 1500 euro.
Nella cittadina portoghese il pensionato italiano può godersi pranzi e cene fuori casa senza sensi di colpa. Basta evitare i vari ristoranti turistici, si scoprono locali piccoli e accoglienti. Il giornalista cita Dom Pedro dove per poco più di 8 euro si può gustare una zuppa di verdure, un pesce fresco sempre
diverso o la carne, accompagnate con riso bianco, insalata, pomodori, un quarto di vino, dolce a scelta e caffè. In tre, con la famiglia, Ziliani ha pagato 25 euro in tutto, almeno un terzo rispetto all’Italia.
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