Durante gli spot televisivi che ci presentano i wurstel, allegre canzoncine e gente visivamente affamata ci mostrano piatti colmi di wurstel piccoli e grandi, farciti con ketchup e maionese, con bambini entusiasti pronti ad addentarli. Nessuno però, ci mostra in tv cosa contengono questi salsicciotti tanto acclamati. Noi vi alleghiamo il video completo della produzione dei wurstel. Potete chiaramente vedere la materia prima: un ammasso di scarti di macello non definiti.
I wurstel sono da considerarsi tra i prodotti alimentari (se così possiamo definirli) più cancerogeni, e non andrebbero assolutamente dati ai bambini. Come potete vedere nel filmato lo scarto da macellazione (calli, organi, ossa, e parti solitamente non adatte al consumo umano) viene triturato, frullato, impastato, salato, addizionato, speziato, colorato, bollito, infilato in un budello. Quel mix di scarti viene reso appetibile grazie agli aromi, al sale e agli additivi che camuffano il tanfo ed il mal sapore che altrimenti avrebbero.
◦Tumore del colon, dello stomaco, e tumori in generale Polipi
◦Fibroma uterino
◦Cisti
◦Aterosclerosi
◦Ictus
◦Infarto
◦Pelle e capelli grassi Foruncolosi
◦Allergie
◦Menarca precoce nelle bambine
◦Impotenza e disfunzioni sessuali negli uomini Feci acide
◦Deficit cognitivo
◦Obesità/rallentamento del metabolismo Cistite
◦Irsutismo nelle donne
◦Ginecomastia negli uomini
◦Steatosi epatica
◦Ipertensione
◦Stati infiammatori muscolari e articolari
Esistono dei wurstel più sani di altri?
NO, il discorso non cambia per qualunque tipo di wurstel, che siano di pollo, di maiale o di tacchino. Se proprio si vuole qualcosa che ricordi i wurstel, nei negozi e reparti biologici o specializzati, si possono trovare dei salsicciotti realizzati con i legumi, oppure sul web potete trovare parecchie ricette di wurstel vegetalirealizzabili in casa con i fagioli. Sicuramente molto più sani dei “classici” wurstel.
Sarebbe buona cosa non cedere acquistando ciò che ci fanno apparire come sicuro e sano.
Impariamo a ragionare con la nostra testa, ad informarci, a non gridare alla bufala solo perché quella cosa non l’abbiamo sentita in televisione o direttamente dalla bocca del nostro medico.
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