Secondo le stime dell'IUCN infatti, negli ultimi 10 anni, circa il 53% di questi animali ha subito un drastico calo come conseguenza del sovrasfruttamento. Siamo ancora in tempo per recuperare, ma sono necessarie azioni urgenti e mirate utili a preservare gli habitat e, di conseguenza, la popolazione.
I dati raccolti dall'IUCN parlano chiaro, rispetto a 10 anni fa, il numero di specie a rischio estinzione nel Mediterraneo è salito a 73. Una cifra che corrisponde ad una perdita del 50% delle specie di razze, 16 su 32, e del 56% di quelle di squali, 23 su 41. Quanto alle chimere, la preoccupazione è rivolta all'unica specie presente nel Mediterraneo. Attualmente, 13 sono le specie estinte. Le zone più a rischio sono quelle della Spagna, della Francia, dell'Italia e, più in generale, dei Paesi bagnati dal Mar Adriatico e del nord ovest africano. Come mai?
Responsabili di questa perdita costante siamo noi con la nostra pesca intensiva, in particolare come conseguenza del bycatch, quando cioè, durante l'attività di pesca, i pesci vengono catturati involontariamente. Tra le razze, le più a rischio sono quelle appartenenti alle specie Raja radula e Leucoraja melitensi che, insieme alla Raja polystigma, sono endemiche e uniche del Mar Mediterraneo. Tra gli squali, i più a rischio sono quelli appartenenti alle specie Squatina squatina, Squatina aculeata e Squatina oculata, conosciuti anche come Squali Angelo Quanto alle chimere, la specie che preoccupa è quella conosciuta come Chimaera monstrosa, un pesce cartilagineo abissale lungo circa 100 centimetri e la cui pinna dorsale può essere molto dolorosa per l'essere umano.
http://scienze.fanpage.it/il-mediterraneo-si-sta-svuotando-oltre-la-meta-degli-squali-e-a-rischio-estinzione/
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