Il sistema di ammortizzazione del picchio

fonte:  Wikipedia
Un’accelerazione tra gli 80 e i 100 g (cioè 80-100 volte superiore a quella di gravità) è abbastanza forte da provocare nell’uomo una commozione cerebrale. Il picchio, invece, quando martella contro la corteccia degli alberi resiste a un’accelerazione di circa 1.200 g, il tutto senza procurarsi una commozione cerebrale e nemmeno un leggero mal di testa.   Com’è possibile?    I ricercatori  hanno scoperto  che  nella testa del
picchio ci sono quattro strutture che ammortizzano gli urti: 1. Il becco, resistente ed elastico 2. L’osso ioide, una struttura di osso e tessuto elastico che contorna il cranio 3. Un’area di tessuto spugnoso nel cranio 4. Uno spazio ridotto tra il cervello e il cranio per il liquido cerebrospinale Ognuno di questi elementi contribuisce all’assorbimento degli urti meccanici permettendo al picchio di colpire un albero fino a 22 volte al secondo senza riportare alcun danno al cervello. <! -- banner uno -->

Prendendo a modello la testa del picchio, i ricercatori hanno realizzato un involucro con un sistema di ammortizzazione che può resistere a un’accelerazione di 60.000 g. I risultati ottenuti potrebbero avere applicazioni per migliorare la resistenza delle scatole nere degli aerei, che attualmente tollerano un’accelerazione di soli 1.000 g. Kim Blackburn, ingegnere presso l’Università di Cranfield, nel Regno Unito, dice che le scoperte fatte in relazione alla testa del picchio rappresentano “un esempio affascinante di come la natura sviluppi strutture altamente avanzate per risolvere problemi che all’inizio sembrano insormontabili”.
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