Il granchio delle noci di cocco

GRANCHIO delle noci di cocco: non vi sembra un nome esotico? Questo crostaceo si trova in pochi luoghi, tra cui le isole della Nuova Georgia, che fanno parte delle Isole Salomone. “Granchi delle noci di cocco?
Sì, qui ce ne sono”, spiegano gli abitanti del posto, “ma dovete andarli a cercare di notte”. Questi crostacei notturni passano il giorno nei tronchi cavi di alberi in decomposizione, nel fitto sottobosco della foresta. Di notte escono e si nutrono davvero di noci di cocco, di cui spaccano il guscio con le potenti chele, oltre che di diversi vegetali teneri.

Per vedere questa affascinante creatura bisogna cercare un indizio sicuro: gusci di noci di cocco spaccati lasciati all’ingresso di cavità scure nei tronchi d’albero putrescenti.

Gli isolani spiegano che nei mesi di giugno e luglio i granchi vanno sottoterra e lì, dopo aver deposto la corazza che li riveste, ne sviluppano una nuova e più grande prima di tornare in superficie. Visto che alcuni esemplari vivono fino a 50 anni, è facile capire che possono raggiungere dimensioni ragguardevoli. Mentre osservavo, uno di questi granchi uscì dalla sua tana: tenendo conto anche degli arti, era largo mezzo metro. Purtroppo, l’apparente sicurezza del rifugio in cui compiono la muta non offre nessuna protezione dai cacciatori, che notano la depressione circolare che contrassegna l’imboccatura di tale rifugio. In men che non si dica la creatura indifesa è trascinata fuori, destinata a finire sulla tavola di qualche buongustaio. In Asia i ristoranti apprezzano molto questo crostaceo, soprattutto la carne dell’addome, che è molle, rotondo e vulnerabile. Per questo motivo qui nelle Isole Salomone il rischio che il granchio delle noci di cocco si estingua è una preoccupante realtà.

Il Ministero della Pesca impone dei limiti al numero delle femmine con uova e alle dimensioni degli esemplari che si possono esportare. Alcuni hanno suggerito di allevare questi granchi per poi rimetterli nel loro ambiente naturale. Questo, però, richiederebbe molte ricerche, poiché non si conoscono abbastanza le loro abitudini per quanto riguarda l’accoppiamento.

foto  flickr,com
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